I pannelli isolanti rappresentano una risorsa molto utili in edilizia. Lo scopo, come suggerisce il nome, è isolare gli edifici dal punto di vista termico (e non solo).
La questione è però più complessa di quanto si possa immaginare. In primis perché le applicazioni sono numerose, e prevedono approcci ben differenziati. In secondo luogo, perché possono essere realizzati con una vasta gamma di materiali, i quali si differenziano per le prestazioni, la facilità di posa, la resa estetica e soprattutto i costi.
Vale dunque la pena approfondire l’argomento, descrivere le applicazioni dei pannelli isolanti, elencare i materiali disponibili, fornire una stima dei prezzi. Lo faremo in questa ricca guida.
Cosa sono e a cosa servono i pannelli isolanti
I pannelli isolanti sono esattamente ciò che il loro nome suggerisce: elementi a forma di lastra in grado di isolare un manufatto dal punto di vista termico e, spesso, anche dal punto di vista acustico. Vengono applicati alle pareti, in modo da ridurre lo scambio di calore esterno-interno e/o interdire il passaggio delle onde sonore.
I pannelli isolanti rappresentano la risorsa principale per l’installazione del cappotto termico. Esistono due tipologie di cappotto:
Esterno, nel caso in cui i pannelli vengano applicati sulla facciata dell’edificio.
Interno, nel caso in cui i pannelli vengano applicati sulle pareti interne, quelle che danno sugli spazi abitativi.
- Il cappotto esterno è più efficace, in quanto interdice gli scambi di calore “alla radice”, prima del contatto con il manufatto. Inoltre, occupa generalmente tutta la superficie disperdente, o buona parte di essa.
- Il cappotto interno è meno efficace, in quanto viene per definizione applicata a una parte dell’edificio, molto banalmente alla singola abitazione. Inoltre, interviene in un secondo momento, ovvero quando un certo scambio termico c’è già stato. Tuttavia, può essere installato liberamente, senza interpellare gli eventuali condomini o richiedere/ottenere permessi abilitativi.
Nella migliore delle ipotesi, ovvero in caso di applicazione esterna dei pannelli isolanti, si produce un miglioramento di due classi energetiche dell’edificio e un risparmio in bolletta pari o superiore al 40%.
Stiamo parlando dunque di rivestimenti incredibilmente efficaci, che rappresentano lo stato dell’arte della riqualificazione energetica.
Materiali e tipologie di pannelli isolanti
Affrontiamo ora il complesso tema dei materiali dei pannelli isolanti. Le possibilità sono numerose, e tutte si differenziano per parametri quali l’efficienza, la facilità di posa, l’impatto estetico e i costi.
I materiali possono essere divisi per macrotipologia. Troviamo quindi i materiali sintetici, che prevedono il massiccio impiego delle resine. Troviamo i materiali minerali, che rappresentano un’evoluzione di materie naturali ma inorganici. Troviamo infine i materiali naturali, che procedono dalla lavorazione di materie prime organiche.
Qui di seguito, una panoramica dettagliata dei materiali.
I materiali sintetici
Con il termine materiali sintetici, e limitatamente alla costruzione di pannelli isolanti, si indicano tutti quei materiali frutto di un elaborato processo di trasformazione chimica, e che non possono essere considerati né naturali né organici. Di base, si tratta di resine, declinate in forme differenti per ottenere risultati diversificati (anche in termini di costi).
Ecco una panoramica dei principali materiali sintetici utilizzati per la fabbricazione dei pannelli isolanti.
- Polistirene espanso. Detto anche EPS, è un materiale formato principalmente da idrogeno e carbonio, i quali vanno incontro a un processo di polimerizzazione. In estrema sintesi, viene unito a un agente espandente e ad altri additivi, in modo da aumentare il volume e migliorare la capacità isolante. L’EPS, o polistirene espanso che dir si voglia, si caratterizza per le ottime capacità isolanti, per una buona resistenza alle sollecitazioni meccaniche (compressione, trazione, flessione, taglio) e una certa facilità di posa. E’ anche efficace sul piano acustico.
- Polistirene estruso. Detto anche XPS, è una variante del polistirene espanso. Come quest’ultimo, è formato principalmente da idrogeno, carbonio e aria. L’aumento di volume, e quindi la polimerizzazione, è tuttavia ottenuta per mezzo dell’estrusione. La conseguenza principale consiste in una marcata compattezza e omogeneità. In ragione di ciò, l’XPS si caratterizza, rispetto all’EPS, per un peso maggiore e per una maggiore impermeabilità.
- Polietilene espanso. Può essere considerato come polietilene – ovvero una delle materie plastiche più basilari – trattato in modo da accrescere volume. Spicca per le discrete capacità isolanti, per i costi contenuti e per la leggerezza. Tuttavia, è abbastanza poroso e poco impermeabile.
I materiali minerali
In linea di massima, i materiali minerali si caratterizzano per le elevatissime capacità isolanti, per il carattere ignifugo e per la impermeabilità pressoché totale. Di contro, occupano molto spazio e sono un po’ meno facili da posare. Vediamo nel dettaglio i materiali minerali più utilizzati.
- Lana di roccia. Come la quasi totalità dei materiali minerali, la lana di roccia isola molto bene dal punto di vista termico, è impermeabile e resiste ottimamente al fuoco. Tuttavia, si caratterizza nello specifico per l’ottima fonoassorbenza. Non di rado, e nonostante uno spessore medio molto elevato, viene utilizzato per gli spazi interni. Per inciso, il processo di produzione della lana di roccia vede la fusione della roccia stessa e l’integrazione di resine, olio etc.
- Lana di vetro. Questo materiale si ottiene mediante l’integrazione di vetro, sabbia e leganti (spesso resina termoindurente). Le caratteristiche sono del tutto sovrapponibili a quelle delle lana di roccia. Tuttavia, si caratterizza per una minore capacità fonoisolante e fonoassorbente.
- Silicato di calcio. Questo materiale spicca per la capacità di assorbimento dell’acqua, tale da rappresentare un ostacolo alla formazione di muffe nelle pareti. E’ anche leggero e flessibile, specie se addizionato con la cellulosa. Le capacità termoisolanti, tuttavia, sono solo “discrete”.
- Perlite espansa. E’ un materiale di origine vulcanica che si caratterizza per una capacità di espansione “naturale”, che può essere stimolata semplicemente con le alte temperature. Le capacità isolanti sono leggermente inferiori a quelle della lana di roccia e di vetro, ma in compenso si rivela più leggero e altrettanto incombustibile.
I materiali naturali
I materiali naturali, ovvero organici, si caratterizzano non solo per le ottime capacità isolanti, ma anche per una certa pregevolezza estetica, che spesso e volentieri rende superflue le attività di rifinitura. I materiali naturali più diffusi in assoluto, almeno nella fabbricazione di pannelli isolanti, sono la fibra di legno e il sughero.
- Fibra di legno. Questo materiale è relativamente facile da realizzare. Il processo di produzione prevede il recupero degli scarti della lavorazione del legno, la loro triturazione e una successiva fase di compattamento. Infine, il materiale viene modellato in pannelli.
- Sughero. Il processo di produzione dei pannelli in sughero è molto semplice. Il materiale viene anch’esso triturato, infine compattato e modellato nella forma del pannello. Come legante viene in genere utilizzata una colla, nella misura del 2%. Il compattamento avviene a una temperatura di 220 gradi.
Dal punto di vista della resa, quali sono le differenze tra fibra di legno e sughero? La fibra di legno è più pesante ma anche più performante. Il sughero è più leggero, ma isola meno bene (di poco).
In entrambi i casi, i due materiali spiccano per i costi abbastanza elevati, dovuti principalmente alla pregevolezza della materia prima e alle sue performance isolanti.
Quanto costano i pannelli isolanti
Come già specificato, i materiali non si differenziano solo per le prestazioni ma anche e soprattutto per i costi. Sono proprio questi a orientare la scelta verso l’uno o l’altro, visto che in ogni caso la capacità isolante raggiunge un buon livello. A incidere è anche la resa estetica, che è più elevata con certi materiali piuttosto che altri.
In linea di massima, possiamo affermare che i materiali più convenienti siano quelli sintetici, quindi i vari polistirene e polietilene. I materiali più costosi, invece, sono quelli naturali (fibra di legno, sughero etc.). In mezzo, dunque, troviamo i materiali minerali.
Ecco una panoramica dei prezzi, considerando il metro quadro come unità di misura.
- Polistirene espanso: da 18 a 22 euro;
- Polistirene estruso: da 18 a 22 euro;
- Polietilene espanso: da 18 a 22 euro;
- Lana di roccia: da 30 a 40 euro;
- Lana di vetro: da 30 a 40 euro;
- Silicato di calcio: da 28 a 32 euro;
- Perlite espansa: da 20 a 25 euro;
- Fibra di legno: da 40 a 80 euro;
- Sughero: da 50 a 70 euro.
Pannelli isolanti per interni – Cosa bisogna sapere
Per quanto concerne i pannelli isolanti per interni, è bene guardare a determinate caratteristiche. I pannelli interni dovrebbero essere abbastanza sottili ma allo stesso tempo proteggere dalle dispersioni di calore e dall’umidità.
D’altronde, i problemi principali del cappotto interno sono proprio questi:
- Lo spazio. L’applicazione di pannelli interni rischia di restringere lo spazio abitativo, proprio perché installati al di qua delle pareti.
- Umidità. Il materiale dovrebbe essere poco o per nulla poroso, quindi in grado di porre un ostacolo alla comparsa di umidità.
- Dispersione di calore. Dal momento che il cappotto termico interno risulta giocoforza meno efficace del cappotto esterno, il materiale dev’essere decisamente più efficace.
Pannelli isolanti per esterni – Cosa bisogna sapere
Il discorso, per quanto concerne i pannelli isolanti per esterni, è leggermente diverso. Le possibilità di scelta sono numerose, in quanto vengono a cadere i vincoli e le raccomandazioni relative ai pannelli interni. Non vi sono problemi di spazio, per esempio. E i rischi lato umidità sono comunque minori: da un lato abbiamo infatti l’esposizione agli agenti atmosferici, ma dall’altro si rileva una totale discontinuità con lo spazio abitativo interno.
I rischi, casomai, sono legati da un lato alle conseguenze sul piano estetico, che potrebbero concretizzarsi in un peggioramento dell’aspetto della facciata; e da un lato alla questione organizzativa e burocratica. Infatti, se il cappotto interno è una questione “privata”, che non richiede alcuna autorizzazione; il cappotto esterno è una questione “collettiva” e la sua installazione procede dalle dinamiche assembleari. La facciata è un bene comune, dunque gli interventi su di essi sono vincolati alla partecipazione dei condomini.
Come scegliere i pannelli isolanti
Alla luce delle informazioni che abbiamo elencato fin qui, possiamo definire alcuni criteri che andrebbero utilizzati in fase di valutazione.
- Estetica. E’ una componente importante soprattutto per il cappotto esterno, in quanto propone incide in maniera drammatica sulla resa estetica dell’edficio, sull’aspetto della sua componente più visibile: l’edificio. Ovviamente, incide anche nei cappotti interni, ma in genere le pareti interne non sono particolarmente ricche di finiture, dunque esigono “meno” dal punto di vista estetico.
- Spessore. Questo è un parametro da prendere in considerazione soprattutto per il cappotto interno. Il rischio, infatti, è che il pannello occupi troppo spazio abitativo, creando dei disagi a breve e a lungo termine. Per inciso, i pannelli più spessi sono quelli realizzati con i materiali minerali.
- Rapporto costi-prestazione. Un parametro, questo, che riguarda ovviamente tutte e due le tipologie di cappotto. Tuttavia, potrebbe risultare ancora più importante in fase di progettazione del cappotto esterno. Le spese, nella fattispecie, vengono condivise, dunque sono oggetto di discussione e sovente di litigi. Puntare al ribasso, almeno dal punto di vista economico, significa favorire un accordo più rapido.
In conclusione, possiamo affermare che mediamente per il cappotto interno i migliori materiali sono sughero, fibra di legno, silicato di calcio (per l’umidità). Per il cappotto esterno, invece, i migliori materiali sono quelli sintetici e, in parte, quelli minerali. I primi garantiscono una spesa più contenuta, dettaglio non di poco conto quando vi è la necessità di coprire superfici molto ampie (come quella delle facciate); i secondi garantiscono prestazioni più elevate.