
E’ meglio il cappotto termico interno o esterno? Se lo chiede chi ha maturato consapevolezza circa l’importanza di isolare termicamente la propria abitazione ma è ancora indeciso sulla soluzione da adottare.
In questa guida forniremo informazioni utili per prendere una decisione efficace, anche e soprattutto in relazione alle caratteristiche della propria casa. Parleremo dei pro e dei contro del cappotto termico interno o esterno, forniremo una panoramica su materiali, costi e bonus disponibili.
In cosa consiste esattamente esattamente un cappotto termico esterno?
Il cappotto termico esterno è un rivestimento che viene installato sulla superficie esterna dell’edificio. Tale rivestimento è composto da pannelli isolanti, il cui scopo è determinare una coibentazione quanto più possibile efficace. In buona sostanza, il cappotto termico esterno riduce lo scambio di calore tra l’ambiente e l’interno dei locali.
Le prestazioni, la facilità di posa e i costi dipendono dai materiali impiegati per la realizzazione dei pannelli. I più utilizzati sono:
Polistirene espanso. Questo materiale è composto da idrogeno e carbonio, due sostanze che per l’occasione subiscono un processo di polimerizzazione. Durante questo processo, vengono arricchiti con additivi e agenti espandenti, in modo da determinare un aumento di volume e delle capacità isolanti. Il polistirene espanso è apprezzato per l’efficacia, per la facilità di posa e per le capacità acustiche. Esiste una variante del polistirene espanso, ovvero il polistirene estruso. In questo caso, la polimerizzazione è ottenuta mediante estrusione, donando al materiale una compattezza e un’omogeneità superiori.
- Polietilene espanso. E’ formato da polietilene arricchito con agenti espandenti ed additivi. E’ apprezzato per la leggerezza, per le buone capacità isolanti ma soffre di una marcata porosità e di una scarsa impermeabilizzazione.
- Lana di roccia. Materiali minerale, spicca per le straordinarie capacità isolanti e per l’eccezionale impermeabilità. Inoltre, resiste molto bene al fuoco. Il suo pregio più importante è però la fonoassorbenza. E’ frutto dell’unione tra roccia fusa, resine e oli.
- Lana di vetro. Le capacità sono del tutto sovrapponibili a quelle della lana di roccia. Tuttavia, è un po’ meno fonoassorbente. E’ ottenuto mediante l’unione di vetro, sabbia e resina termoindurente.
- Fibra di legno e sughero. Materiali naturali, spiccano per l’ottima capacità isolante, per una parziale fonoassorbenza e per una estetica che non lascia a desiderare.

Vantaggi e svantaggi di un cappotto termico esterno
Il vantaggio più grande del cappotto termico consiste nell’efficacia. D’altronde, interviene a monte, ovvero nel momento esatto in cui lo scambio di calore tra esterno e interno rischia di verificarsi. Tale efficacia determina una concreta riduzione dei consumi per il riscaldamento e la climatizzazione. Il risultato è una bolletta molto più leggera, anche nell’ordina del 40%.
Un’altro vantaggio consiste nella comodità. Questo cappotto, gravando esclusivamente sulle finiture esterne, non inficia e non influenza l’esperienza abitativa.
Un vantaggio importante è la possibilità, proprio grazie al cappotto esterno, di accedere alle agevolazioni fiscali più interessanti, come vedremo nei prossimi paragrafi.
Lo svantaggio più grande, invece, risiede nei costi. La superficie da coprire è importante, specie se l’oggetto dell’intervento è un condominio. Un altro svantaggio risiede nell’integrazione tra le necessità funzionali e le necessità estetiche, che a volte rischiano di non collimare. Non è un dettaglio di poco conto, visto che si interviene sulla facciata, ovvero l’elemento più visibile di un edificio.
Un ultimo svantaggio riguarda la questione burocratica. Se installato in un condominio, richiede il consenso dell’assemblea, in quanto grava su quella che è considerata a tutti gli effetti una parte comune. Una dinamica che può rallentare l’inizio dei lavori.
In cosa consiste esattamente esattamente un cappotto termico interno?
Il cappotto termico interno sfrutta i medesimi principi del cappotto termico esterno. Anche in questo caso il nucleo dell’intervento consiste nell’applicazione di pannelli isolanti. Tuttavia questi, anziché essere installati sulla superficie esterna, gravano sul lato interno dei muri, ovvero quello che dà direttamente sugli spazi abitativi.
Come vedremo più avanti, ciò determina alcuni vantaggi e svantaggi, configurando una soluzione decisamente alternativa rispetto al cappotto esterno, se non addirittura speculare in termini di effetti.
Ad ogni modo, i materiali utilizzati per il cappotto termico interno sono parzialmente sovrapponibili a quelli della variante esterno. D’altronde, la scelta è in questo caso guidata da un rischio: la riduzione eccessiva della metratura calpestabile.
Tra i materiali in comune spiccano la fibra di legno e di sughero i quali, essendo esteticamente gradevoli, esprimono una certa compatibilità con lo spazio abitativo. A questi si aggiungono:
- Silicato di calcio. E’ un materiale capace di esprimere discrete (non eccelse) prestazioni termiche ma che si rivela multi-funzione. E’ traspirante, dunque in grado di prevenire la formazione delle muffe, oltre che ridurre i fastidiosissimi ponti termici.
- Perlite espansa. E’ un materiale che solo di recente si è imposto come soluzione per il cappotto interno. Vanta un’origine vulcanica, dunque è molto leggero, occupa poco spazio e soprattutto è incombustibile. Un dettaglio non di poco conto, se si parla di spazi interni.
Vantaggi e svantaggi di un cappotto termico interno
La risposta alla domanda cappotto termico esterno o interno passa necessariamente per una riflessione sui pro e i contro di quest’ultimo.
Il vantaggio più grande consiste nella possibilità di agire in autonomia. L’intervento grava sul proprio spazio abitativo, ovvero su una proprietà esclusiva. Insomma, non richiede il consenso da parte di nessuno. Ciò, va da sé, accelera enormemente le procedure.
Un altro vantaggio consiste nei costi, che anche in proporzione sono inferiori a quelli del cappotto termico. Tanto per cominciare, non è necessario improntare ponteggi o sistemi per il lavoro in quota. In secondo luogo, la superficie da coprire è di norma inferiore.
Ma persistono anche alcuni svantaggi. In primo luogo, l’efficacia è minore. I pannelli interni intervengono infatti a valle, ovvero quando una dispersione di calore già c’è stata. Non “bloccano” lo scambio prima che questo avvenga, ma ne limitano gli effetti sugli spazi abitativi.
Lo svantaggio più grande, però, consiste nella riduzione della metratura effettivamente disponibile. I pannelli danno direttamente sugli spazi abitativi, e un certo senso ne occupano una parte. Per questo motivo si opta per materiali compatibili con spessori minimi. E quando ciò non è possibile, i pannelli devono essere comunque sottili, e di conseguenza meno efficaci.
Infine, va segnalata l’impossibilità di accedere, con il solo cappotto interno, alle agevolazioni più importanti. Approfondiremo il tema tra poco.

I costi per un cappotto termico interno o esterno
Cappotto termico interno o esterno? Rispondere significa anche ragionare sui costi. Le voci da considerare sono due: i pannelli, ovvero la materia prima, e la manodopera. Quest’ultima viaggia sui 10-30 euro euro al metro quadro per il cappotto interno e sui 40-50 euro al metro quadro per il cappotto esterno.
Per quanto concerne i materiali, ecco un prospetto:
- Polistirene espanso: da 18 a 22 euro;
- Polistirene estruso: da 18 a 22 euro;
- Polietilene espanso: da 18 a 22 euro;
- Lana di roccia: da 30 a 40 euro;
- Lana di vetro: da 30 a 40 euro;
- Silicato di calcio: da 28 a 32 euro;
- Perlite espansa: da 20 a 25 euro;
- Fibra di legno: da 40 a 80 euro;
- Sughero: da 50 a 70 euro.
Alla luce di ciò, immaginando una casa indipendente di 150 metri quadri di:
- 10-20 mila euro per il cappotto esterno.
- 7-15mila euro per il cappotto interno.
Bonus e agevolazioni disponibili
I prezzi possono essere alti, ma per fortuna il legislatore ha predisposto delle importanti agevolazioni fiscali. Queste cambiano in base alla platea di interventi ammissibili, per il tempo di fruizione del beneficio e per l’imponenza di quest’ultimo. Tuttavia, il meccanismo è sempre lo stesso: si paga e si recupera una parte della spesa mediante detrazione dall’IRPEF, nel corso di un certo numero di anni. Fino a poco fa era possibile cedere il diritto alla detrazione e ottenere uno sconto in fattura, ma questa soluzione è stata accantonata.
Ad ogni modo, le soluzioni sono due.
Superbonus. Valido solo per il cappotto esterno. Consente di detrarre il 90% nel giro di cinque anni.
Ecobonus. Valido per entrambe le soluzioni. A seconda del numero di classi di efficienza energetica acquisite, consente di detrarre il 50 o il 65% nel giro di dieci anni. Sono previsti dei tetti di spesa, che in base alla qualità dell’intervento variano da 30mila a 100mila per unità abitativa.
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