Come avviene la posa del cappotto esterno? Se lo chiede chi sta pensando a questo intervento, salito alla ribalta in virtù dei benefici che apporta sul piano energetico e delle politiche fiscali che gli ultimi governi hanno introdotto.
Ovviamente, la posa del cappotto esterno è materia di specialisti. Viene eseguita da ditte ad hoc, dotate di tutte le attrezzature e le risorse per operare in sicurezza, in fretta e bene. Tuttavia, è bene che il committente conosca le fasi dell’intervento, in modo da farsi un’idea più approfondita dei vantaggi e, perché no, giocare un ruolo meno passivo nel monitoraggio dei lavori.
Ne parliamo qui, fornendo una panoramica sulla posa del cappotto esterno e riportando le fasi principali una per una.
Posa del cappotto esterno. Operazioni e accorgimenti preliminari
Partiamo dalle basi. Cos’è il cappotto esterno? Con questa espressione si intende una copertura composta di pannelli isolanti e applicata ai muri esterni. Lo scopo è isolare l’edificio e quindi ridurre al minimo gli scambi di calore tra interno ed esterno.
In tal modo è più facile mantenere la temperatura dei locali, quindi garantire ad essi il necessario tepore d’inverno e la necessaria frescura d’estate. In buona sostanza, la bolletta si fa più leggera, dettaglio non di poco conto se si considera l’attuale costo dell’energia.
I pannelli che compongono il cappotto presentano un carattere isolante non solo di tipo termico ma anche acustico. Ciò incide positivamente sull’esperienza abitativa, rendendola di fatto più confortevole.
La posa del cappotto termico non figura tra gli interventi più complessi, ma richiede comunque alcuni accorgimenti specifici. Tanto per cominciare, e benché riguardi in fondo solo le finiture, la posa dev’essere preceduta dalla redazione di un progetto e da un ragionamento approfondito sui materiali.
Il progetto, se possibile, deve coinvolgere l’intero edificio e proporre un piano globale di riqualificazione energetica. L’idea di base è semplice: una volta deciso per il cappotto, che comunque coinvolge una parte consistente dell’edificio (di fatti tutto il suo perimetro) “tanto vale” intervenire su componenti minuti e innescare un aumento considerevole delle capacità energetiche. Per esempio, è utile sostituire gli infissi, o prevedere una intonacatura intelligente, che a sua volta combatta dispersioni di calore e umidità.
Per quanto concerne i materiali, la scelta è ampia, sebbene negli ultimi tempi il cerchio si sia ristretto a un paio di alternative, reputate universalmente più affidabili.
Il riferimento è al polistirene espanso, al polistirene estruso, al polivinilcloruro espanso (PVC), al poliuretano. Sono ancora molto apprezzate le classiche fibre di legno e lana di roccia. Le valutazioni in questo caso coinvolgono i tempi di posa, le caratteristiche termiche e ovviamente i costi.
La posa del cappotto esterno
Descriviamo ora le fasi dell’intervento. Per inciso, non esiste un metodo universale per la posa del cappotto esterno, dunque presenteremo quello che in qualche misura può essere definito come lo “standard”, ovvero come l’approccio più diffuso.
Step 1- Analisi dell’esistente e pulizia del muro
In questa prima fase vengono verificati i requisiti di base. Si verifica la planarità e si eseguono dei test di adesione e di battitura, specie se gli intonaci sono molto vecchi. Infine, si procede a una pulitura, che spiana la strada alle fasi successive e, in prospettiva, al fissaggio dei pannelli.
Step 2 – Installazione del profilo iniziale
Il profilo iniziale o, più propriamente, “profilo di partenza” può essere definito come una sorta di guida per l’installazione dei pannelli. Di fatto, li ospita al suo interno, favorendo l’allineamento alla facciata.
Se si parte dal piano di calpestio, come avviene nella maggior parte dei casi, è bene che i profili siano installati a una distanza di almeno 2 cm dal piano medesimo.
L’installazione del profilo è teoricamente facoltativa ma molto consiglia, in quanto garantisce linearità all’intero cappotto.
Step 2 – Zoccolatura iniziale
Con questo termine si intende l’applicazione di pannelli specifici alla porzione più bassa della superficie muraria. I pannelli sono peculiari in quanto, oltre a garantire isolamento termo-acustico, devono resistere agli urti e alle sollecitazioni meccaniche.
Nella stragrande maggioranza dei casi si impiega il polistirene espanso-estruso, che è molto spesso, e consistente ma anche pesante e costoso. Richiede qualche sforzo in più, ma esso viene ripagato dalla protezione del muro proprio laddove è più debole, in quanto soggetto a stimoli “esterni”.
Step 3 – Posa dei pannelli e incollaggio
Si procede con l’installazione dei pannelli. La disposizione dev’essere sfalsata, secondo l’approccio “a mattone”. Lo scopo è evitare che si formino i giunti tra i pannelli. In genere, lo sfalsamento è pari o superiore ai 25 cm.
Per quanto concerne l’incollaggio, esso consiste nella semplice applicazione del collante. In genere tale applicazione coinvolge i bordi e i punti in corrispondenza del centro di ciascun pannello. La colla non va applicata tra i pannelli, in quanto ciò causerebbe una perdita di linearità e renderebbe la superficie disomogenea, ricca di asperità.
Step 4 – Tassellatura del cappotto
Si prosegue con l’applicazione dei tasselli. Questa fase può essere eseguita a distanza di tempo o nell’immediato, a seconda dal tipo di materiale. Se si impiega il polistirene bianco occorre aspettare un paio di giorni. Se si utilizza il polistirene espanso si può procedere immediatamente.
I tasselli vanno applicati secondo uno schema ben preciso, che massimizza la tenuta. In genere, si predilige uno schema a T, sebbene venga adottato anche quello a W.
Step – 5 Chiusura delle fessure
Esattamente come la posa dei rivestimenti orizzontali, molto banalmente i pavimenti, anche la posa del cappotto pone il problema delle fughe. In buona sostanza, queste vanno colmate. Di norma, si utilizza un materiale isolante.
Se le fughe sono strette, magari entro il mezzo centimetro, si può impiegare una normale schiuma a bassa densità. Il rischio, se si ignorano le fughe, è di favorire la comparsa di sgradevoli ponti termici.
Step 6 – Rinforzi degli angoli
Gli angoli che si vengono a formare a causa delle aperture, ovvero finestre e porte, vengono “protetti” con materiale isolante aggiuntivo. Nella maggior parte dei casi, si tratta di porzioni di rete inclinati di 45 gradi rispetto al piano orizzontale.
Step 7 – Rasatura
La rasatura avviene in media una settimana dopo l’applicazione del cappotto vero e proprio. Lo scopo è ridurre le asperità che giocoforza si formano durante l’applicazione dei pannelli e quindi scongiurare definitivamente il rischio di ponti termici.
Step 8 – Installazione della rete
La rete ha lo scopo di impedire le deformazioni causate dagli sbalzi termici. Essa è realizzata di norma con la fibra di vetro “affondata” nel rasante già distribuito su tutta la superficie (e che funge da intonaco di fondo).
I lembi della rete devono essere sfalsati in modo da garantire la massima copertura e sovrapposti per circa 10 cm.
Step 9 – Intonaco
Trascorso qualche giorno dall’applicazione della rete, si procede con l’intonaco vero e proprio, dunque con la finitura. In genere, si seguono le stesse regole dell’intonacatura classica. Le condizioni ambientali devono essere ottimali, in modo che la percentuale d’umidità non comprometta l’asciugatura. Infatti, è bene che questa avvenga in tempi rapidi. Da evitare sono i giorni di pioggia o nebbia.
L’intonaco perfetto, almeno quando c’è di mezzo un cappotto, ha uno spessore di 1,2-1,5 cm.
Accorgimenti finali per una posa a regola d’arte
Gli accorgimenti finali riguardano tutti la gestione del tempo, dove con questo termine si intende sia il tempo atmosferico che il tempo cronologico. Ne abbiamo già fatto cenno: alcune fasi devono essere eseguite a distanze di giorni e in condizioni ambientali ottimali. La temperatura, durante il tempo di posa, dovrebbe essere compresa tra 5 e 35 gradi.
Il rischio è che il supporto murario soffra l’esposizione diretta del sole proprio nel momento in cui manifesta la sua massima “debolezza”. In caso di sole cocente, o semplicemente se si lavora d’estate, è utile ombreggiare l’area applicando delle apposite reti sui ponteggi.
Informazioni utili sul cappotto esterno
Il cappotto esterno è una risorsa fondamentale per riqualificare l’edificio dal punto di vista energetico e garantirsi un certo risparmio in bolletta. Tuttavia, alcuni sono frenati dalla paura di spendere cifre esorbitanti. E’ proprio il caso di chiedersi: quanto costa la posa del cappotto esterno?
Di base, si parla di 70-100 euro al metro quadro. Se si considera che un un palazzo medio vanta una superficie muraria pari a 1000-2000 mq, si evince come il costo totale dell’opera possa raggiungere i 200.000 euro. Va detto, però, che in questo caso a pagare sono tutti i condomini, secondo i millesimi di proprietà. Insomma, ci si divide le spese, per giunta con la prospettiva di ammortizzarle presto (risparmiando in bolletta). Qui trovi una guida sui costi del cappotto termico.
Va considerata la possibilità di accedere alle agevolazioni fiscali. La più interessante è il famoso Superbonus, che di recente è passato dal 110% al 90%. Si tratta comunque di un risparmio straordinario.